Una delle richieste più frequenti che i miei clienti fanno all’inizio di un percorso psicoterapeutico è aiutarli a ritornare ad essere “le persone di prima”.
Reputo questa richiesta più che legittima e comprensibile e penso: “a chi non piacerebbe ritornare ad essere la persona sana, funzionante e serena di sempre?”.
Solitamente, però, il processo prende una direzione ai loro occhi inaspettata, a tratti anche di difficile comprensione.
Con il passare del tempo ci si rende conto che una psicoterapia efficace non conduce esclusivamente a recuperare l’immagine primordiale di noi stessi, quella attraente, piacevole, desiderabile. Anzi, talvolta, ci mostra aspetti di cui noi stessi eravamo ignari, difficili da accettare e digerire.
Paradossalmente, è proprio in questi frangenti che il processo terapeutico si palesa in tutta la sua potenza.
E’ questo il momento in cui germogliano sul terreno fertile della relazione terapeutica nuovi aspetti di sé, non necessariamente appartenenti alla persona che eravamo prima.
Ed allora si rimane spiazzati, quasi confusi, incerti se continuare ad essere quelli che siamo sempre stati oppure iniziare a vestire i panni della nuova persona che stiamo diventando.
Credo che il segreto di questo processo di rinascita risieda piuttosto nell’accogliere dentro di noi una nuova creatura che sta nascendo, una persona più equilibrata, più bilanciata, il prodotto tra quello che siamo sempre stati e quello che abbiamo scoperto che possiamo diventare “qui ed ora”.
La parola chiave di tutto è integrazione, tra passato e presente, nell’ottica di ciò che desidereremo diventare nel prossimo futuro.
Mi piace pensare al processo terapeutico come un terreno fertile nel quale un seme appena piantato possa germogliare gradualmente.
Spesso mi capita di utilizzare la metafora del seme che germoglia a nuova vita poiché rende bene l’idea di quello che avviene in un percorso di psicoterapia.
La persona rifiorisce, si nutre del calore della relazione terapeutica e libera il suo potenziale interiore che per troppo tempo era rimasto intrappolato su un terreno arido e mal irrigato.
La psicoterapia è un trattamento psicologico ad opera di uno psicoterapeuta adeguatamente formato che si occupa della cura di disturbi psicopatologici; questi possono essere di diversa natura ed entità, andando da un moderato disagio personale fino ad una sintomatologia clinicamente significativa.
I sintomi intaccano il benessere di una persona arrivando ad ostacolarne lo sviluppo sano, causando malessere, sofferenza o un peggioramento della qualità di vita.
Carl Rogers è stato il padre fondatore della Terapia Centrata sul Cliente e dell’Approccio Centrato sulla Persona.
Secondo il suo pensiero, ogni essere umano possiede al suo interno una tendenza innata all’autorealizzazione, chiamata tendenza attualizzante, che può svilupparsi al meglio se trova un ambiente facilitante e non minaccioso, un terreno fertile e non oppressivo ove l’individuo possa sviluppare le sue potenzialità e crescere liberamente all’interno di una relazione con gli altri e col mondo.
Nel momento in cui, al contrario, la tendenza attualizzante viene ostacolata, l’individuo faticherà e a volte, per sopravvivere psicologicamente, dovrà dolorosamente rinunciare ad essere se stesso: da qui si origina, secondo Rogers, il concetto di psicopatologia, che può essere presente con diverse forme nelle persone.
Dott. Nicola Divietro
Psicologo Psicoterapeuta
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